La casa circondariale di Ferrara si trova nell’area extraurbana della città. Vi sono ristretti poco più di 300 detenuti. Oggi questo è uno dei carceri in Italia a prevedere una sezione di alta sicurezza (AS2) destinata agli anarchici e sovversivi. La struttura, che era stata danneggiata dal terremoto del 2012, è stata ora completamente rimessa in sicurezza e tutte le sue parti sono agibili.
Complessivamente l’istituto si presenta in buone condizioni. Esso appare pulito e ben tenuto sia nelle aree esterne (soprattutto l’area verde per i colloqui all’aperto è molto curata), che nei locali interni (cucina, palestra, teatro, area colloqui). L’area dedicata ai colloqui (che si svolgono 6 giorni alla settimana su 7) è accogliente: ci sono molti spazi dedicati all’incontro dei detenuti con i figli, dotati di giochi e allestimenti dedicati all’infanzia, dove vengono organizzate anche iniziative da parte dei volontari specificamente dedicate ai bambini in visita.
COMUNICATO STAMPA - Tortura: in centinaia su twitter e oltre 50.000 con una petizione chiedono #SubitoLaLegge
Centinaia di persone hanno risposto alla mobilitazione su twitter lanciata da Antigone e, quando ancora mancano alcune ore alla fine di questa giornata internazionale contro la tortura, hanno chiesto a Matteo Renzi di farsi garante dell'approvazione della legge sulla tortura utilizzando l'hashtag #SubitoLaLegge.
Persone che si aggiungono alle oltre 51.000 che hanno firmato la nostra petizione, nonché a personaggi come Erri De Luca, Massimo Carlotto, Piotta, che hanno messo il loro volto nella campagna "Chiamiamola Tortura" da noi promossa.
Sono queste le risposte che arrivano a chi prova ad ostacolare l'approvazione di un reato che ci viene chiesto non solo dal buon senso, ma da organismi internazionali quali la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e dalle Nazioni Unite.
La tortura in Italia esiste ed è praticata. Per questo è urgente che il Senato approvi in tempi brevi questa legge, senza ulteriori tentennamenti e corse al ribasso.
Roma, 26/06/2015
Il Sap contro il reato di tortura. Gonnella, Corti e Corleone : “spiegassero a Ban Ki-Moon e al Papa perché sono contrari”
Domani è la giornata internazionale contro la tortura è, in Italia, ad oltre 26 anni dalla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite, il codice penale ancora non prevede questo reato.
Nelle ultime ore il Sap (Sindacato Autonomo di Polizia), vi si è scagliato contro, annunciando che oggi scenderà in piazza distribuendo appositi volantini. La motivazione sta nel fatto che favorirebbe estremisti e violenti, impedendo alle forze dell’ordine di svolgere il proprio lavoro.
“La posizione del Sap è fuori dalla comunità internazionale” dichiarano Patrizio Gonnella (Antigone), Massimo Corti (Acat) e Franco Corleone (coordinatore dei Garanti dei detenuti). “La polizia deve essere un corpo che protegge i diritti umani e non deve aver paura del reato di tortura. Va ricordato che la tortura è considerato dal diritto internazionale un crimine contro l’umanità tanto da essere fra quelli su cui può investigare e giudicare la Corte Penale Internazionale dell’Aia”.
Il 24 giugno a Roma, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la sala Stampa della Camera dei Deputati è stato presentata la sesta edizione del Libro Bianco Illustrazione e commento dei dati sulle conseguenze penali e l’impatto sul sovraffollamento delle carceri, sulle sanzioni amministrative e sui servizi.
Curato da la Società della Ragione Onlus, Antigone, CNCA e Forum Droghe, il Libro Bianco 2015 è il primo che vede esplicitarsi gli effetti della cancellazione della Fini-Giovanardi dopo la sentenza della Corte Costituzionale. Al suo interno anche si trovano anche i dati sul consumo di sostanze in Italia forniti dal CNR e un'analisi del contesto internazionale in vista di "UNGASS 2016", la sessione straordinaria sulle droghe dell'ONU che si terrà il prossimo anno.
COMUNICATO STAMPA Sofri. Gonnella (Antigone): inaccettabili le polemiche del Sappe. Bene ha fatto Orlando a coinvolgerlo
"Sono inaccettabili le polemiche del Sappe a proposito del ruolo che Adriano Sofri avrà all'interno degli Stati generali.
Sofri è una personalità indiscussa della cultura italiana ed europea. Il suo contributo, anche alla luce dell'esperienza sofferta, sarà un arricchimento per tutti anche per il personale penitenziario.
L'accostamento a Riina è una volgarità. Sofri ha scritto libri importantissimi in materia penitenziaria. E' a lui che dobbiamo la prima traduzione italiana del rapporto ispettivo del Comitato europeo per la prevenzione della tortura nel 1992. Per cui bene ha fatto il Ministro Orlando a coinvolgerlo".
Roma, 23/06/2015
COMUNICATO STAMPA - "Il 26 giugno è la giornata mondiale in memoria delle vittime della tortura e l'Italia non ha ancora il reato". Dichiarazione di Patrizio Gonnella
Il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura a seguito della sua visita in Spagna ha ribadito le sue preoccupazioni in merito alle lacune nella regolamentazione del reato di tortura. Il codice penale spagnolo non è ancora stato aggiornato per adeguare la definizione di tortura a quella contenuta nella Convenzione ONU contro la Tortura e le pene continuano ad essere inadeguate considerata la gravità del crimine.
A breve il Sotto-Comitato Onu verrà in Italia dove il reato manca del tutto e in Parlamento si fa melina intorno alla definizione migliore.
Roma, 22/06/2015
Giovedì scorso si è tenuta una visita dei nostri osservatori presso il carcere di Reggio Emilia. Questi i primi esiti, in attesa della scheda competa che sarà pubblicata nei prossimi giorni sul sito dell'osservatorio.
Molto ridotte le presenze rispetto al quadrienno 2010-2014, allo stato presso la Casa circondariale di Reggio Emilia sono recluse 158 persone di cui 6 donne. Forte presenza di stranieri (sono 88, circa il 60%) e per la prima volta dal 2010 sono più i definitivi (98) che in attesa di giudizio. Interessante l'affermazione del Direttore Madonna per cui dovendo rispettare i parametri della Torreggiani non si può più parlare di capienza regolamentare o tollerabile.
L’arresto di Noyz Narcos per pochi grammi di Marijuana rende evidente l’urgenza di una politica antiproibizionista
Roma: Minori stranieri trattenuti nel carcere Regina Coeli per essere identificati.
Antigone e ASGI: grave e illegittimo . Il Governo riferisca in Parlamento.
Le Associazioni Antigone e Asgi esprimono forte preoccupazione per la prassi adottata dalle Autorità italiane di trattenere presso le carceri e i centri di identificazione potenziali richiedenti asilo, anche minorenni, per le procedure di identificazione e di accertamento dell'età.
La scorsa settimana, volontari delle Associazioni Antigone e Asgi hanno incontrato presso la Casa Circondariale di Regina Coeli alcuni minori somali che intendevano richiedere protezione internazionale in Francia. Anche a seguito del rilievo delle due Associazioni i minori sono stati immediatamente rilasciati.
Resta però la gravità dell’accaduto.
Trattenere minorenni, per di più che fuggono da guerre e conflitti interni, presso un istituto di pena destinato ai maggiorenni è contrario al buon senso prima ancora che al diritto, anche qualora questi non intendano presentare domanda di protezione internazionale in Italia.
Chiediamo al Governo di riferire sull’accaduto in Parlamento e di porre fine a questa prassi illegittima.
Roma, 11 giugno 2015
COMUNICATO STAMPA - REATO DI TORTURA, AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA E ANTIGONE: “RISCHIO CHE ANCHE QUESTA LEGISLATURA NON LO APPROVI”
In una conferenza stampa tenuta questa mattina al Senato insieme a Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per i diritti umani del Senato, Amnesty International Italia, Antigone e A Buon Diritto hanno fatto il punto sul disegno di legge relativo all’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano.
Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, e Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, hanno sottolineato ancora una volta la necessità che, a 26 anni dalla ratifica della Convenzione Onu contro la tortura, l’Italia colmi un vuoto legislativo che impedisce al nostro paese di onorare gli impegni assunti sul piano internazionale e che, nel corso di questi anni - come più volte evidenziato da sentenze di tribunali nazionali e recentemente dalla Corte europea dei diritti umani nel caso Cestaro contro Italia - si è tradotto nell'impunità o nella quasi impunità per gli autori di gravi violazioni dei diritti umani e in un diniego di giustizia per le vittime.