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Ddl sicurezza. Antigone: "il più grande attacco alla libertà di protesta della storia repubblicana. Il Senato lo fermi".

Copia di Copia di suicidi luglio 2024Il ddl sicurezza contiene un attacco al diritto di protesta come mai accaduto nella storia repubblicana, portando all'introduzione di una serie di nuovi reati con pene draconiane anche laddove le proteste siano pacifiche. Così si colpiranno gli attivisti che protestano per sensibilizzare sul cambiamento climatico, gli studenti che chiederanno condizioni più dignitose per i propri istituti scolastici, lavoratori che protestano contro il proprio licenziamento, persone detenute che in carcere protestano contro il sovraffollamento delle proprie celle. 

Se consideriamo anche altri provvedimenti contenuti nel disegno di legge, il carcere per le donne incinte e le madri con figli neonati, la stretta sulla cannabis light, il carcere per chi occupa un'abitazione, si vede bene come il governo abbia deciso con questo provvedimento di voler gestire numerose questioni sociali nella maniera più illiberale possibile, cioè reprimendole con l'utilizzo del sistema penale e del carcere anziché aprirsi al dialogo e all'ascolto, intervenendo al contempo con risorse finanziarie per alleviare le problematiche che attanagliano i cittadini, che è ciò che ci si aspetterebbe in una democrazia con un forte stato di diritto. 

Chiediamo alle forze politiche di opposizione e anche a quelle moderate della maggioranza di non assecondare questi propositi e di fermare il disegno di legge nella discussione al Senato.

Il «delitto di rivolta» del governo schiaffo allo stato di diritto

vincent-willem-van-gogh-037Patrizio Gonnella su il manifesto del 12 settembre 2024

In materia di sicurezza il Governo va avanti per la sua strada, lastricata di violazioni allo Stato di diritto. E va avanti nonostante le dure e circostanziate obiezioni giunte da organismi internazionali come l’Osce. 

Il ddl sicurezza in discussione alla Camera è un vaso di Pandora che va scoperchiato. Tra le tante norme in esso presenti che criminalizzano il dissenso, colpiscono gli immigrati, puniscono i poveri ve ne è una che costituisce un attacco alla democrazia costituzionale. Si tratta del nuovo delitto di rivolta penitenziaria. Nonostante in Aula il Governo lo abbia riformulato resta intatto l’impianto illiberale, violento, antisociale. Sono puniti con pene elevatissime coloro che, in un carcere o in un Cpr, partecipano a una rivolta con violenza, minaccia o resistenza agli ordini impartiti. Non si definisce cosa è la rivolta ma si punisce chi vi partecipa, seppur passivamente. E si definisce la resistenza passiva come l’impedimento di ordini finalizzati a garantire l’ordine e la sicurezza, le due magiche parole che giustificherebbero la nuova ondata repressiva. 

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Carceri. "Terzo suicidio nel 2024 a Regina Coeli, tutti nella settima sezione. Antigone: chiuderla immediatamente"

regina coeliStanotte si è suicidata la terza persona detenuta da inizio anno nel carcere romano di Regina Coeli. Anche questa, come le due precedenti, si trovava nella settima sezione. La settima sezione è allo stesso tempo una sezione di ingresso, di transito, disciplinare, di isolamento sanitario. Le persone qui recluse restano in cella per 23 ore al giorno in una condizione che di dignitoso non ha nulla. 

"Le celle sono piccolissime e ospitano 2 o 3 persone su un unico letto a castello. Il wc e il lavandino si trovano in una piccola stanza adiacente senza intimità. Le finestre sono più piccole che altre sezioni e dotate di celosie, il che non consente all'aria di circolare e riduce l'ingresso della luce naturale. Solo le celle del terzo piano sono dotate di doccia. In questi spazi così ristretti, le persone trascorrono 23 ore al giorno. A causa del sovraffollamento nel secondo e nel terzo piano della sezione le aule ricreative sono state trasformate in celle. Le condizioni igienico sanitarie della sezione sono pessime". Questa la situazione descritta dall'osservatorio di Antigone sulle condizioni di detenzione, così come emersa durante una visita avvenuta lo scorso mese di febbraio. 

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Bisogna vedere. Le celle tornino aperte ai media

per-web-commento-gonnella-carcere-di-svittore-foto-di-roby-schirer-archivio-manifestodi Patrizio Gonnella su il manifesto del 08/08/2024

Centosessantadue detenuti morti dall’inizio dell’anno nelle carceri italiane. Un numero impressionante se si considera che in tutto il 2023 i morti sono stati 157. In soli sette mesi il sistema penitenziario ha cumulato più morti di tutto lo scorso anno. 

Nel nostro tragico pallottoliere il numero dei suicidi arriva fino a sessantacinque, più almeno cinque con cause di decesso da accertare. Da decenni, e non si capisce perché, l’amministrazione penitenziaria prova a ridurre la portata numerica dei suicidi segnalando come morte da accertare o da overdose ogniqualvolta una persona muore dopo avere inalato il gas del fornelletto usato per cucinare. 

È questa una modalità con la quale le persone si tolgono la vita da sempre negli istituti di pena. Non si capisce come possa accadere ancora che solo in pochissime prigioni siano messe a disposizione le più sicure cucine a induzione e nella restante gran parte, invece, si continuino a usare i fornelletti da campeggio. È uno dei tanti segni della premodernità nella quale versa il sistema penitenziario, refrattario a innovarsi. 

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Carceri. Antigone: "Sovraffollamento a livelli di guardia, non bastano gli interventi minimali. No alla riapertura degli Opg" 

16181431944 a940ea9001 z"4.000 detenuti in più in solo 12 mesi, il livello di sovraffollamento raggiunto nelle carceri italiane è ormai ai livelli di guardia". A dirlo è Antigone, associazione che dal 1991 si occupa del sistema Penitenziario e penale italiano in un dossier presentato questa mattina. Il tasso di affollamento è del 130,4% (al netto dei posti conteggiati dal Ministero della Giustizia ma non realmente disponibili). In 56 istituti penitenziari, oltre un quarto di quelli presenti in Italia, il tasso di affollamento è superiore al 150% con punte di oltre il 200% negli istituti di Milano San Vittore maschile e Brescia "Canton Mombello". Questo significa che ci sono 200 persone detenute laddove ce ne dovrebbero essere 100. Per capire la gravità della situazione si pensi ad una scuola o un ospedale dove ci siano il doppio degli studenti o dei pazienti che le strutture sono in grado di seguire. 

Il sovraffollamento non risparmia neanche gli istituti penali per minorenni (IPM), che per la prima volta registrano questa problematica. 

"Questa situazione ormai diffusa - dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - non è un elemento trascurabile se si parla di sistema penitenziario, infatti un carcere dove il numero delle persone detenute è superiore ai posti regolamentari è un carcere dove si vive male, dove non sono garantiti solo gli spazi ma anche l'accesso alle attività, in primis quelle lavorative. Un carcere sovraffollato è un luogo dove anche gli operatori fanno più fatica a lavorare, dove l'attenzione per le fragilità di molte persone detenute non riescono ad essere intercettate o seguite come meriterebbero. Laddove esistono situazioni di grave sovraffollamento il detenuto è sempre più anonimo, sempre più un numero anziché una persona". 

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Servizio Civile Universale: avviato il programma “Città Futura: inclusione cultura sostenibilità”

scuIl 28 maggio 2024 è stato avviato il programma “Città Futura: inclusione, cultura e sostenibilità” che nasce dalla collaborazione sul territorio romano degli enti titolari ASC Roma APS e Assifero e ad oggi impiega 68 operatori volontari.

Il programma si costituisce di 6 progetti, uno di questi dal titolo  “La tutela dei diritti delle persone private della libertà 2024”. vede la collaborazione tra Antigone Onlus e Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (CILD), entrambi enti iscritti all’Albo SCU tramite Assifero.

Gli altri cinque progetti, che afferiscono ad enti di accoglienza ASC Roma, sono:

  • Ci trovi a Roma, accanto alla vita: costruiamo insieme una società migliore anche per i più fragili
  • Città come cultura: dalla consapevolezza culturale alla contaminazione dei territori
  • Diritti al plurale: promuovere la cultura dei diritti per tutte e tutti
  • Memorie libere: percorsi di formazione e rigenerazione a partire dai beni confiscati
  • Possibilmente: costruire una città inclusiva e circolare 

Il programma “Città Futura: inclusione, cultura e sostenibilità” opera nell’ambito della “promozione della pace e diffusione della cultura dei diritti e loro tutela, anche per la riduzione delle ineguaglianze e delle discriminazioni” e si propone come un intervento integrato di attività, servizi, iniziative di advocacy per promuovere la pratica e la cultura dei diritti a tutti i livelli, diritti che sono alla base della cittadinanza democratica, inclusiva, sostenibile e culturale: diritti sociali, civili, educativi, culturali, alla salute, a un ambiente salubre e a pratiche sostenibili di sviluppo.   

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Decreto carceri. Il nostro documento

Muro carceriAl 30 giugno 2024 erano 61.480 le persone detenute nelle carceri italiane, per un numero di posti ufficiali pari a 51.234. Sappiamo bene che il numero di posti effettivamente disponibili, al netto di quelli inutilizzabili in quanto necessitanti interventi di ristrutturazione, è sensibilmente inferiore e porta il tasso di affollamento sul territorio nazionale circa al 135%. Vista la disomogenea distribuzione, nelle grandi case circondariali metropolitane capita di trovare un sovraffollamento di molto superiore (come a Brescia, dove si supera il 210%, o a Regina Coeli a Roma, che ha raggiunto il 180%).

Dall’inizio dell’anno 54 persone si sono tolte la vita in carcere, sia agli inizi della esperienza detentiva che in prossimità della fine della pena, sia giovani che anziani, sia italiani che stranieri. In questo contesto, la decisione di individuare una necessità e un’urgenza nell’intervento sulle carceri può sembrare decisamente appropriata. Ma, leggendo le norme del decreto legge n. 92 del 4 luglio 2024, ci si chiede come interventi che si rivelano minimali oppure dai lunghi tempi di applicazione possano essere minimamente risolutivi. E infatti non lo sono e non lo saranno. Il Governo ha voluto mostrare un attivismo in un tema che è ormai riconosciuto, perfino dal Presidente della Repubblica, quale drammaticamente necessario di intervento urgente. Tuttavia non ha previsto misure realmente efficaci per deflazionare il sistema e rendere la vita interna meno afflittiva. Mentre con una mano interviene con provvedimenti volti a suo dire a far decrescere i numeri della popolazione detenuta e a umanizzare la vita carceraria, con l’altra presenta un disegno di legge (n. 1660, attualmente in discussione alla Camera dei deputati) che, qualora approvato dal Parlamento, moltiplicherà le presenze in carcere e sottrarrà ogni tipo di garanzia democratica alle persone detenute.

Sarebbero necessari provvedimenti, di ben altro spessore, che incidano nell’immediatezza sui numeri generali della detenzione e la qualità della vita nelle carceri italiane, sia a garanzia della vita e dell’integrità psico-fisica delle persone recluse, che dello staff carcerario. 

Leggi il nostro documento di analisi e proposte al decreto.

La nuova legge sulla sicurezza è un attacco allo Stato di diritto

camera-dei-deputatiIl Disegno di Legge Governativo n.1660, attualmente in discussione presso la Camera dei Deputati, in molte delle sue norme si pone in evidente contrasto con una serie di principi costituzionali che reggono il nostro ordinamento giuridico, specificamente nel campo del diritto penale, del diritto dell’immigrazione e del diritto penitenziario. A denunciarlo è stato nei giorni scorsi anche l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), in un suo documento di analisi di questo provvedimento, affermando che: “La maggior parte delle disposizioni ha il potenziale di minare i principi fondamentali della giustizia penale e dello Stato di diritto”.

Le nuove disposizioni che il Governo vorrebbe introdurre appaiono, infatti, impostate ad una logica repressiva  e disumanizzante: la sicurezza è declinata solo in termini di proibizioni e punizioni, ignorando che è, prima di tutto sicurezza sociale, lavorativa, umana e dovrebbe essere finalizzata all’uguaglianza delle persone. Il disegno di legge del Governo strumentalizza, invece, le paure delle persone e contravviene ai doveri di solidarietà di cui all’articolo 2 della Costituzione. Le norme spingono verso una criminalizzazione del dissenso e delle lotte sociali, trasformando in reati comportamenti che hanno a che fare con la protesta, il disagio e la marginalità sociale.  L’introduzione del delitto di rivolta penitenziaria rischia di cambiare irrimediabilmente il volto del sistema penitenziario, prevedendo anche la punibilità della resistenza passiva a un ordine dell’agente di Polizia, senza neanche specificare se legittimo. Le norme del disegno di legge governativo si ispirano a un modello di diritto penale di matrice autoritaria e non liberale che risponde ad una ben chiara matrice culturale e politica, di dubbia consistenza democratica.

Nei giorni scorsi, insieme ad ASGI, avevamo espresso in un documento la nostra grande preoccupazione per gli effetti di questo disegno di legge del Governo sul nostro ordinamento giuridico, sui diritti dei cittadini e delle persone migranti e che segna una deriva di natura autoritaria estremamente pericolosa.

Ora abbiamo sintetizzato il documento stesso e lo abbiamo tradotto in diverse lingue al fine di diffondere il più possibile le nostre preoccupazioni: Italiano, Inglese, Spagnolo, Francese

In carcere solo a giugno 12 suicidi. Ecco 12 provvedimenti urgenti da approvare

16617546469 1741046799 o3 suicidi in due giorni, 47 dall'inizio dell'anno, 12 solo nel mese di giugno, nel quale si è uccisa una persona detenuta ogni due giorni e mezzo. Se il dato fosse questo, a fine anno avremo circa 100 suicidi, superando il dato degli 85 avvenuti nel 2022. Va tenuto conto che quell'anno, proprio l'estate, fu un periodo drammatico, quando nel solo mese di agosto se ne contarono 17.

Quella dei suicidi è una conta drammatica. Già nei giorni scorsi avevamo lanciato l'allarme, indicando in questa una vera e propria emergenza nazionale e chiedendo provvedimenti immediati da parte del Governo e del Parlamento. Che torniamo a chiedere ancora una volta, proprio in vista dei mesi estivi, quelli dove le attività scolastiche chiudono, quelle di volontariato si rarefanno e le persone detenute restano più sole e le loro giornate diventano piene di apatia e noia, che portano disperazione. Disperazione e solitudine che sono un volano per gli episodi più estremi.

Per questo chiediamo dodici provvedimenti urgenti, alcuni dei quali possono essere inseriti già all'interno del, finora solo annunciato, decreto carceri che il Ministro della Giustizia Nordio vorrebbe portare in discussione in Consiglio dei Ministri:

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Carceri. Quattro suicidi in un giorno. Antigone: "Governo e Parlamento si occupino di questa emergenza nazionale"

8196398253 b323a88bf7 o 1Ariano Irpino, Biella, Sassari, Teramo. Sono le quattro carceri dove tra venerdì e sabato, in 24 ore, si sono suicidate le ultime quattro persone detenute. Ultime delle, finora, 44 che si sono tolte la vita in un istituto di pena nei primi 5 mesi e mezzo del 2024, una ogni quasi tre giorni. Un numero che se continuasse a crescere a questo ritmo porterebbe il 2024 a superare il tragico dato del 2022 quando i suicidi in prigione furono 85. Quella dei suicidi in carcere è un'emergenza nazionale. Se in una città di 60.000 abitanti si suicidassero 44 persone in pochi mesi non parleremo di altro. Per questo Governo e Parlamento se ne devono occupare in via prioritaria, anche a fronte di una situazione di sovraffollamento sempre più grave, con oltre 14.000 persone detenute senza un posto regolamentare, condizioni di vita sempre più difficili per i reclusi e di lavoro faticosissime per gli operatori penitenziari. 

Serve intervenire con provvedimenti che portino ad una riduzione del peso sulle carceri attraverso la concessione di misure alternative; serve liberalizzare le telefonate dotando le celle di telefoni laddove (ed è la maggioranza dei casi) non sussistano problemi di sicurezza rispetto ai contatti con l'esterno; serve assumere personale; serve ridurre il peso dell'isolamento; serve che si modernizzi la pena carceraria; serve che la vita in carcere sia piena di iniziative, senza ostacoli o burocrazie; serve che non vi sia mai violenza. 

Invitiamo dunque il governo a ritirare il ddl sicurezza che, invece, va verso una strada che è l'opposto di quanto servirebbe e, soprattutto, con l'introduzione del reato di rivolta penitenziaria, nella quale si punisce con una pena fino a 8 anni anche la resistenza passiva e la protesta non violenta, lascerà alle persone detenute come unico strumento per far emergere le difficoltà e le problematiche il proprio corpo, con un prevedibile aumento di atti di autolesionismo e suicidi.   

Queste le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

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