Sfibrato da un male incurabile, è morto a Bologna Massimo Pavarini, ordinario di diritto penale nell’Università felsinea ed esponente di fama internazionale della criminologia critica italiana. Aveva 68 anni.
In Italia nessuno come Massimo Pavarini ha indagato, compreso e spiegato cosa sia il sistema penale e penitenziario «in action».
Alla felice intuizione sua e di Dario Melossi — allora giovani studiosi del gruppo che, intorno ai maestri Alessandro Baratta e Franco Bricola, diede vita a «La questione criminale», la rivista della criminologia critica italiana tutt’ora attiva sotto la denominazione di «Studi sulla questione criminale» — dobbiamo – alla metà degli anni Settanta – la scoperta in Italia dell’economia politica della pena proposta da Georg Rushe e Otto Kircheimer nell’ambito dell’attività di ricerca della scuola di Francoforte.
Cannabis/Noyz Narcos: il tribunale assolve il rapper romano. Gonnella: "urgente cambiare politiche sulla droga"
Il tribunale di Milano ha assolto il rapper romano Noyz Narcos dall’accusa di spaccio formulata lo scorso giugno, quando l’odore di marijuana che usciva dalla sua abitazione milanese aveva spinto le forze dell’ordine a una perquisizione dell’appartamento a seguito della quale erano stati trovati un po’ di hashish e di marijuana. L’avvocato Mariapia Scarciglia, Presidente di Antigone Puglia che faceva parte del collegio di difesa, si dice soddisfatta, avendo i giudici accolto tutte le tesi principali della difesa.
COMUNICATO STAMPA - Chi ostacola la chiusura degli OPG? L’urgenza di commissariare le regioni inadempienti e l’insensatezza delle Rems
A poco meno di sei mesi dal 31 marzo, la data fissata dalla legge per la chiusura degli OPG, 230 persone sono ancora internate nei cinque manicomi giudiziari superstiti (Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Napoli, Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto) e altre 220 sono internate a Castiglione delle Stiviere, l’ex OPG che ha solo cambiato targa in Rems. Circa 300 sono gli internati detenuti nelle Rems attivate in alcune regioni, mentre non è noto quante siano le persone destinatarie di una misura di sicurezza non detentiva (che pure dovrebbe essere la norma e non l’eccezione!).
Aumenti delle pene: "No a nuove ondate di populismo penale". Le dichiarazioni di Patrizio Gonnella
"Gli aumenti di pena carceraria votati ieri per una serie di reati contro il patrimonio alla Camera sono un errore grave, uno scivolamento verso ondate di populismo penale che ci potevamo ben risparmiare.
Si vuole tornare al sovraffollamento penitenziario che ci è costato una condanna storica nel 2013 dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per trattamento inumano e degradante?
COMUNICATO STAMPA - Dichiarazione di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone: “Si vada avanti senza paure nel riformare il sistema penale e penitenziario. Facciamo come Obama. Non bisogna aver paura dell’abolizione dell’ergastolo. L’ergastolo in Italia esiste: sono oltre 1.600 gli ergastolani”
“In questi giorni la Camera dei Deputati sta discutendo un disegno di legge delega di riforma del codice penale, di procedura penale e dell’ordinamento penitenziario. In quel disegno di legge governativo ci sono tante cose importanti che noi sosteniamo e altre che vedono invece la nostra contrarietà.
Oltre un miliardo di euro l’anno. Ben oltre i dieci miliardi di euro spesi negli ultimi dieci anni. È il costo indiretto della guerra alla droga nel nostro paese. Queste cifre, infatti, sono quelle che spende ogni anno lo Stato Italiano per tenere in carcere persone condannate per fatti di droga. Persone che nella grande maggioranza dei casi non hanno nessuno tipo di pericolosità sociale. Nella maggior parte dei casi si tratta infatti di consumatori, piccoli coltivatori e piccoli spacciatori. Ovvero di coloro che più di altri finiscono nelle reti della giustizia penale. Nel solo 2014 delle 29.474 segnalazioni all’autorità giudiziaria, 26.692, tra queste la maggior parte per cannabis, sono state per violazione dell’art. 73 DPR 309/90 (che colpisce consumatori e piccoli spacciatori), solo 2.776 quelle per violazione dell'art 74 (che colpisce l'associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti).
Papa Francesco ricorda che ogni Giubileo sia sempre stato accompagnato da un provvedimento di amnistia. Il Papa ha il coraggio di riportare al centro la questione della giustizia penale e dell'ingiustizia di un sistema che incarcera troppe persone la cui più grande responsabilità è l'essere poveri, stranieri, tossicodipendenti, malati psichici. Ci vorrebbe oggi un provvedimento che riporti giustizia. I detenuti sono intorno alle 53 mila unità. Non bisogna avere paura di ridurre i numeri con la clemenza e allo stesso tempo abrogando leggi ingiuste come quella sulle droghe che rovina tanti ragazzi. Vanno incentivate invece sanzioni di comunità e misure alternative. Va inoltre finalmente fatto quello che Papa Francesco ha fatto nel codice Vaticano con motu proprio, ovvero va introdotto il delitto di tortura nel codice penale e vanno diminuite tutte le pene a partire dall'abrogazione dell'ergastolo. Anche Obama ha annunciato una riforma della giustizia penale all'insegna della minore durezza e del maggiore recupero sociale.
Meno reati e meno detenuti. Non tornare indietro.
Le proposte di Antigone approvate dalla commissione Giustizia della Camera: attenzione ai diritti degli stranieri, dei minori, più misure alternative e sessualità.
Il calo dei reati annunciato dal ministro Alfano (-9,2% rispetto al 2014) è veramente una buona notizia. Ed è contestuale alla decrescita della popolazione detenuta. Oggi i detenuti sono circa 52 mila. Nel 2010 erano 68 mila. Ciò significa che meno detenuti comportano anche più sicurezza pubblica. La giustizia mite paga. La giustizia dal volto truce, dalle pene esemplari e simboliche non ha alcuna efficacia deterrente. Per questo va assecondato un percorso di deflazione numerica senza cedimenti o passi indietro verso un diritto penale invadente e dalle pene sproporzionate.
La morte del giovane Lorenzo Toma ci lascia molto tristi perchè la sensazione che si prova quando a morire è un ragazzo è quella di aver perso un sogno, il futuro e la speranza insieme. Non è la prima volta che la cronaca racconta di tragedie come questa consumate in discoteca nei rave party o durante i concerti. E ogni volta che simili episodi accadono, le teorie moralizzatrici e i giudizi si sprecano e si alza la voce di chi pensa di risolvere il problema sballo e movida a botte di ordinanze di chiusure dei locali e controlli a tappeto. Chi specula lo fa in nome di leggi più severe, pacchetti sicurezza ad oltranza e pene detentive più elevate. Reprimere, stoppare i luoghi di aggregazione giovanile che siano discoteche, le T.a.z. dei rave, i centri sociali, vuol dire ancora una volta chiudere definitivamente ai giovani e fallire come educatori.
Il prossimo 30 luglio 2015 a Roma, dalle ore 11.00, Fondazione Basso (via della Dogana Vecchia 5), Antigone presenterà un pre-rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia.
Verranno presentati gli esiti delle visite effettuate in questi primi mesi dell'anno e saranno forniti dati e numeri aggiornati su carceri e detenzione.
Verranno inoltre illustrati i 20 punti proposti da Antigone per la discussione che si sta svolgendo nell'ambito degli Stati Generali dell'Esecuzione Penale, organizzati dal Ministero della Giustizia.
Roma, 27/07/2015