"Oltre il virus" è il titolo del XVII Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione che presenteremo giovedì 11 marzo alle ore 11.00 in diretta sulla nostra pagina facebook e il nostro canale youtube.
Il Covid-19 ha colpito duro anche il sistema penitenziario. Abbiamo assistito a migliaia di contagi, sia tra i detenuti che gli operatori; allo scoppio di focolai; ad alcuni decessi. La pandemia ha messo in risalto tutte le criticità che da tempo denunciavamo. Ha isolato ancora di più il carcere dal resto della società. Gli sforzi delle istituzioni, come ovvio che sia, si sono concentrati in questa fase sul contenimento del coronavirus. Tuttavia bisogna guardare oltre il Covid-19. Con la sua scomparsa, che ci auguriamo avverrà presto, anche grazie alla somministrazione dei vaccini, non spariranno i problemi del sistema penitenziario e la pandemia deve rappresentare, in questo senso, l'occasione per non tornare indietro.
Parteciperanno: Bernardo Petralia, Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria; Gemma Tuccillo, Capo Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità; Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale.
Il prossimo 18 febbraio la nostra associazione compie 30 anni. Avremmo voluto festeggiare questo anniversario insieme alle persone che in questi tre decenni hanno attraversato e incrociato la nostra strada. Purtroppo la pandemia in corso ci impedirà di farlo come avremmo voluto, di persona. Tuttavia ci teniamo a non perdere l'occasione di stare insieme.
Per questo, abbiamo deciso di spostarci su Zoom, per un grande brindisi collettivo ad Antigone. Saremo felici di avere con noi le persone che hanno accompagnato dall’interno il percorso della nostra associazione, ma anche le tante persone che ci hanno seguiti da fuori e che negli anni hanno apprezzato la voce di Antigone.
Una carrellata di voci, una carrellata di bicchieri alzati dietro gli schermi. Vi invitiamo a iscrivervi e, se lo vorrete, a proporre il vostro brindisi. “Io brindo ad Antigone perché tutela i più deboli”, “io brindo ad Antigone perché rende le carceri più trasparenti”, “io brindo ad Antigone perché....”: sarà bello ascoltare dalla voce degli amici le cose importanti che Antigone ha saputo lasciare in questi 30 anni. A tutti coloro che si iscriveranno a proporre un brindisi sarà data la parola a turno dal moderatore con chiamata nominale. Vi preghiamo di proporre brindisi di pochi secondi al fine di lasciare a tutti lo spazio per brindare.
I primi tre brindisi saranno riservati ai tre presidenti che hanno accompagnato l'Associazione in questi, primi, 30 anni: Mauro Palma, Stefano Anastasia e Patrizio Gonnella.
Per partecipare è necessario registrarsi tramite questo form.
Lunedì 18 gennaio 2021, dalle ore 15.00, insieme a Questione Giustizia abbiamo organizzato un webinar on-line, presentando il libro "Vendetta pubblica. Il carcere in Italia" di Marcello Bortolato e Edoardo Vigna (Gius. Laterza&Figli, Bari-Roma, 2020). All'incontro parteciperanno: Ignazio Patrone, Elvio Fassone, Patrizio Gonnella, Riccardo De Vito e gli Autori, Marcello Bortolato ed Edoardo Vigna. Modera il dibattito Ezia Maccora.
Per partecipare è necessario registrarsi a questo link: http://ow.ly/4IFV50D5edh. Una volta registrati riceverete un link per partecipare al webinar.
Questa la descrizione del libro:
«Lasciamoli marcire in carcere!»: dietro questo slogan – che tanto piace a parte dell’opinione pubblica e a certi politici in cerca di facili consensi – c’è la negazione del nostro Stato di diritto. Sì, perché secondo la Costituzione italiana la pena deve prima di tutto rieducare: chi è in prigione è parte della nostra comunità e i detenuti, prima o poi, comunque escono. D’altra parte i dati statistici lo dimostrano: in Italia la recidiva degli ex detenuti è record – sette su dieci tornano a delinquere – ma la percentuale precipita all’uno per cento per l’esigua minoranza di chi in carcere ha potuto lavorare. Evidentemente c’è bisogno di andare esattamente in direzione contraria alla ‘vendetta pubblica’.
Un saggio lucido e necessario su un tema scottante e divisivo.
ITALIANO
Il prossimo numero di «Antigone», la rivista pubblicata dalla nostra associazione, sarà interamente dedicato alla pandemia nelle carceri del mondo e alle misure adottate dai vari paesi per contrastarla.
La pubblicazione, dal titolo “Have prisons learnt from Covid-19? How the world has reacted to the pandemic behind bars”, sarà liberamente disponibile sul sito di Antigone.
A questo link c'è l’indice dei contenuti. Il volume fornisce un’ampia panoramica sulla situazione mondiale e vuole costituire una testimonianza duratura di ciò che è successo in carcere nel 2020.
Per l'occasione abbiamo organizzato un webinar internazionale, interamente in lingua inglese, per la presentazione della rivista che si terrà giovedì 17 dicembre 2020, ore 15.00 - 17.00. L’accesso al webinar è limitato ed è fino ad esaurimento posti.
Per partecipare, puoi registrarti qui.
Nei giorni successivi riceverai una mail di conferma per la partecipazione e l'eventuale link a Zoom.
Il prossimo 10 agosto, a partire dalle ore 10.30, in diretta sui canali facebook e youtube dell'Associazione Antigone, sarà presentato il rapporto di metà anno sulle carceri italiane: "Salute, tecnologia, spazi, vita interna: il carcere alla prova della fase 2".
Attraverso numeri, dati e storie, sarà presentata una fotografia del sistema penitenziario così come emerso dall'attività di monitoraggio che Antigone ha potuto svolgere in questi mesi.
Già nel mese di maggio avevamo raccontato l'impatto che la pandemia di Covid-19 aveva avuto sul nostro sistema carcerario. Con questo rapporto di metà anno vogliamo invece illustrare cosa sta accadendo e se la fase 2 è entrata negli istituti di pena e in che modo.
La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto enorme sulle nostre vite e su quelle di chi sta in carcere. E' proprio su quanto è accaduto dall'inizio di marzo a oggi nelle carceri italiane che si concentra il nostro XVI Rapporto sulle condizioni di detenzione, che abbiamo intitolato "Il carcere al tempo del coronavirus". In quale situazione si è inserita la pandemia? Quali sono state le risposte istituzionali? Cosa è accaduto negli istituti di pena e cosa è lecito aspettarsi accadrà? Attraverso dati, statistiche e storie, il rapporto farà luce su tutti questi aspetti.
Vista la fase emergenziale in cui ci troviamo, la presentazione avverrà esclusivamente on-line, sui nostri canali facebook e youtube (vi invitiamo a mettere mi piace alla nostra pagina facebook e a iscrivervi al nostro canale youtube: le notifiche vi permetteranno di non perdere l'incontro).
Assieme ai nostri Patrizio Gonnella (presidente), Susanna Marietti (coordinatrice nazionale), Alessio Scandurra e Michele Miravalle (coordinatori dell'osservatorio sulle condizioni di detenzione e curatori del rapporto), ci saranno anche Bernardo Petralia (Capo Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), Mauro Palma (Garante nazionale persone private della libertà personale), Lucia Castellano (Direttore Generale per l'Esecuzione Penale Esterna e di messa alla prova), Andrea Giorgis (Sottosegretario Ministero della Giustizia).
"Guarire i ciliegi", il quinto rapporto di Antigone sul sistema della giustizia minorile, sarà presentato il prossimo 21 febbraio, a partire dalle ore 10.00, presso la Comunità Borgo Amigò (via Boccea 695, Roma).
Il titolo è un omaggio alla canzone "Un medico" di Fabrizio De André, dove il protagonista da bambino aveva proprio il sogno di guarire i ciliegi. Compito del sistema della giustizia minorile è quello di proteggere i sogni dei ragazzi, promuovere per loro ogni possibilità futura, facendo sì che il giovane percepisca di avere davanti a sé tutte le alternative di vita aperte e non si senta stigmatizzato e costretto dall'esperienza penale.
Nel rapporto sarà illustrato lo stato degli istituti penali per minorenni che Antigone ha visitato nell'ultimo anno. Saranno raccontati i numeri e le storie emerse da questo monitoraggio e mostrati e resi disponibili dei video con le immagini raccolte all'interno di questi luoghi.
Nel 2018 i provvedimenti di isolamento disciplinare nelle carceri italiane sono stati 2367: il 27,5% del totale del totale delle sanzioni comminate dai consigli di disciplina. Sulla durata dei provvedimenti non ci sono dati. Tuttavia sappiamo per esperienza che spesso si arriva al limite massimo previsto dalla legge, 15 giorni. Peraltro ad oggi non esiste una legge che impedisca il susseguirsi nel tempo di diversi provvedimenti di isolamento disciplinare. Ciò vuol dire che dopo 15 giorni di isolamento una persona detenuta può fare ritorno in sezione per alcune ore e poi tornare da dove era venuto.
I danni sulla salute fisica e mentale dell'isolamento sono più che rilevanti, come sottolineato dalla comunità scientifica e come codificato nella normativa internazionale più avanzata, che per far limitare i rischi connessi a tale situazione raccomanda tra le altre cose il mantenimento di contatti umani significativi, la supervisione continua delle autorità mediche e altre importanti misure. Nei reparti di isolamento, poi, il rischio di violenze e altri trattamenti contrari al senso costituzionale della pena è più alto che altrove. Per questo Antigone propone di abolire i reparti ad hoc e di diminuire attraverso una serie di misure precise il ricorso all'isolamento.
Il fenomeno ha portata europea. Il 28 pomeriggio, a partire dalle ore 15.30, nella sede romana del Parlamento europeo in via IV Novembre 149, ci confronteremo con diverse personalità che tanto si sono occupate del fenomeno.
Ci saranno Pétur Hauksonn, psichiatra ed ex vicepresidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT), Mauro Palma, Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale ed ex presidente del CPT, Alan Mitchell, componente del CPT per il Regno Unito, Krassimir Kanev, presidente del Bulgarian Helsinki Committee, Eszter Kirs, dell'Hungarin Helsinki Committee, e Philip Hamdl, del Ludwig Bolztmann Institute di Vienna. E ci saremo noi. Sarà l'occasione per presentare le proposte di Antigone e discutere dei modi per ridurre il ricorso all'isolamento.
Per partecipare è necessario accreditarsi scrivendo, entro il 23 gennaio, a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il prossimo 14 ottobre a Roma, a partire dalle ore 10.00, presso la Sala di Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica, Antigone e lo European Prison Observatory organizzano un incontro pubblico per affrontare il tema delle carceri europee. Verrà presentato il primo Rapporto sulle carceri in Europa nonché le proposte dello European Prison Observatory da presentare alle istituzioni europee.
In un’epoca in cui il sovraffollamento carcerario investe molti Stati membri, l’assistenza sanitaria e psichiatrica rivolta ai detenuti è troppo spesso inadeguata, le opportunità di lavoro sono carenti e poco qualificate, l’uso della forza da parte del personale penitenziario è stato motivo di preoccupazione in vari Paesi europei, cosa possono fare le istituzioni dell’Unione Europea per garantire condizioni di detenzione rispettose della dignità della persona privata della libertà? Durante l’incontro verranno presentati i risultati di una ricerca condotta dallo European Prison Observatory nell'ambito del progetto "Prison de-radicalization strategies, programmes and risk assessment tools in Europe", realizzato con il sostegno del Programma Giustizia (2014-2020) della Commissione Europa, un tema al quale l’intera Europa ha dedicato una grande attenzione negli ultimi anni.
Lo European Prison Observatory è una rete di associazione ed enti di ricerca europei coordinato da Antigone e sviluppato con il sostegno-del Programma di Giustizia dell'Unione Europea. Questo osservatorio studia, attraverso analisi quantitative e qualitative, la condizione dei sistemi penitenziari nazionali e dei relativi sistemi di alternative alla detenzione, confrontandola con le norme e gli standard internazionali rilevanti per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti. Mette in evidenza le "buone pratiche" esistenti nei diversi paesi, sia per la gestione delle carceri che per la protezione dei diritti fondamentali, e promuove l'adozione degli standard del CPT e degli altri strumenti giuridici internazionali per la gestione delle carceri in Europa.
Nel 2017 lo European Prison Observatory ha avviato un progetto sulla prevenzione ed il contrasto alla radicalizzazione in carcere, e sull'impatto che queste misure possono avere sui diritti fondamentali delle persone detenute.
Per partecipare all'evento è necessario accreditarsi, entro e non oltre le ore 11.00 dell'11 ottobre, mandando una e-mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. L'accesso alla sala - con abbigliamento consono e, per gli uomini, obbligo di giacca e cravatta - è consentito fino al raggiungimento della capienza massima; I giornalisti devono accreditarsi secondo le modalità consuete inviando un fax al numero 06.6706.2947.
Di seguito il programma con i partecipanti:
Due retoriche spingono oggi il carcere ad assumere un ruolo centrale sulla scena politica e sociale italiana, proponendolo come riferimento fondamentale all’opinione pubblica. Una cultura punitiva e persecutoria contro ogni illecito che sia espressione di marginalità e vulnerabilità sociale, enfatizzato come nemico e pericolo pubblico, e una cultura giustizialista che attribuisce alla persecuzione penale il ruolo di principale rimedio contro i mali che affliggono il sistema politico ed economico nazionale: corruzione, speculazione, distrazione di denaro pubblico, criminalità organizzata, etc.
Di contro a questa crescente centralità il carcere manifesta più che mai la sua assoluta inadeguatezza, non solo non riuscendo ad assolvere alle sue funzioni fondative, il cui fallimento storico è evidente, ma dimostrandosi totalmente inefficace nella soluzione delle questioni attribuitegli. Gli effetti di tale contraddizione rivelano una serie di esiti negativi: ripresa accelerata del processo di sovraffollamento, con le conseguenti note implicazioni negative; il deterioramento delle condizioni di vita interne, con l’effetto di violare i diritti fondamentali dei reclusi; il diradarsi e l’indebolirsi degli strumenti trattamentali; la restrizione delle opportunità di fruire delle misure alternative, per citare solo gli aspetti principali.